L’epicondilite è un dolore localizzato all’epicondilo, che rende dolorosi o quando è molto grave, anche impossibili alcuni movimenti semplici come ruotare la maniglia della porta, oppure versare da bere.
L’epicondilo è un distretto anatomico che di trova all’altezza dell’articolazione del gomito: è facilmente individuabile portando il braccio a 90 gradi, piegando il gomito e ruotando la mano ponendo il palmo verso il basso. L’area sopra il gomito, appunto è quella interessata dall’epicondilite, ovvero l’infiammazione dei muscoli che si inseriscono sull’epicondilo.
Spesso erroneamente, viene chiamata anche Gomito del tennista, in quanto il tennis è uno di quegli sport che spesso genera infiammazioni all’epicondilo. Va ricordato che anche altri soggetti, possono esserne colpiti, come muratori e manovali, o chiunque esegua ripetutamente dei movimenti di flessione del braccio e rotazione del polso.
Quali sono le cause dell’epicondilite?
Generalmente vanno ricercate in uno scorretto uso dell’articolazione che messa in sovraccarico, tende ad infiammarsi nella componente epicondilare, ma non va assolutamente sottovalutata, la compresenza di patologie a carico del rachide cervicale (c5-c6-c7), e proprio la compresenza di Cervicalgia, deve destare sospetto e attenzione nel trattamento per evitare il fallimento, per incompletezza di trattamento alla fonte del problema.
Come si Capisce che siamo affetti da una Epicondilite?
Il dolore specifico alla palpazione dell’epicondilo rappresenta il segno che caratterizza l’affezione. Viene eseguito sul gomito piegato a 90 gradi, e si palpa così il tendine comune epicondileo, l’interlinea omero-radiale, il bordo esterno della testa radiale e la zona in cui emerge il nervo radiale. Alla palpazione quasi sempre si apprezzano un paio di cordoni mialgici nel muscolo corto supinatore e nei muscoli radiali.
Altro segno quasi certo è il dolore provocato nei muscoli epicondilari, quando si chiede una estensione contrastata del polso a dita flesse e l’estensione contrastata delle dita, sopratutto del medio.
Come si cura una epicondilite?
Generalmente questa patologia, è molto ostica, e il trattamento orale mediante antinfiammatori come Fans, non basta ( Al primo dolore, si può assumere un antinfiammatorio, ma non è consigliato l’uso per oltre i 5 giorni, e sempre sotto controllo medico).
Se persiste la sintomatologia dolorosa, va presa in esame il trattamento di fisioterapia per l’epicondilite, il prima possibile, per evitare fenomeni di cronicità, che possono allungare di molto la guarigione.
Per prima cosa, va assolutamente allontanata la causa del dolore (racchetta da tennis, lavoro manuale intenso..ecc ecc) fino al completo superamento del dolore. Evitare Prove varie per testare il livello di infiammazione, in quanto avrebbero solamente come effetto il riacutizzarsi della sintomatologia.
Come secondo rimedio, è consigliata la crioterapia: Borsa del ghiaccio classica, con cubetti, da mettere sulla zona dolorosa per almeno 15 minuti, 3 volte al giorno (non tenete sulla zona per oltre il tempo consigliato, pena ustioni da freddo).
Si può provare a trattare la zona con impacchi serali di crema antinfiammatoria (Voltaren, dicloreum, ecc ecc o creme naturali come arnica). Si mette una quantità di crema senza massaggiarla, e ricoprendo la zona con pellicola trasparente per cibi, e si lascia tutta la notte. Il calore e la non traspirazione aumentano la porosità della pelle, che permette una penetrazione maggiore del farmaco. Non protrarre questa pratica per più di 1 settimana, e interrompere immediatamente in presenza di arrossamenti, o screpolature della pelle.
Durante la giornata, è possibile provare a migliorare il “Sovraccarico” dell’epicondilo, mediante l’uso di un piccolo tutore, che va posizionato subito al di sotto della zona dolente, proprio nell’area molle al tatto. Tale tutore può essere usato anche durante gli allenamenti nel tennis, o durante le sessioni in moto.
Trattamento Riabilitativo
Nel caso in cui i consigli sopra descritti non dovessero sortire un adeguato risultato, si può passare al trattamento ribilitativo che prevede una serie di passaggi molto delicati.
-Ispezione dell’area: il fisioterapista, valuta l’area coinvolta nell’infiammazione, andando ad analizzare quale e muscolo è maggiormente doloroso. Si valuta anche il movimento che da maggiore dolore, ed eventualmente se vi è una corrispondenza a livello cervicale, per poterla trattare direttamente.
-Massaggio: si massaggiano i ventri muscolari colpiti, facendo una mobilizzazione del polso, del gomito ed una prono-supinazione
–Onde d’urto: trattamento elettivo, permette di colpire selettivamente il muscolo infiammato, e le strutture tendinee dolenti. È un trattamento molto efficace, che con poche sedute permette di risolvere definitivamente il problema.
-Laser ad alta potenza: Solo laser Yag o Superpulsati hanno dei risultati soddisfacenti, e la loro efficacia è percepibile già dalla prima seduta
-Tecarterapia:Riduce l’infiammazione, decontrattura la muscolatura
–Stretching: Molto importante in quanto un giusto allungamento permette un movimento corretto di tutte le strutture
–Trigger point: si trattano i trigger manualmente, o mediante l’uso di strumenti come la miofibrolisi
–Kinesio taping: aiuta molto la zona a ridurre l’edema, e la congestione
Esercizi di rinforzo e stretching vanno eseguiti appena il livello di infiammazione è ridotto, e vanno sopratutto insegnati al paziente, per ripeterli a casa più volte al giorno.
È prevista in letteratura il trattamento con mesoterapia e infiltrazioni con cortisone e acido ialuronico
Trattamento chirurgico epicondilite:
La chirurgia è riservata a quelle situazioni in cui il trattamento non invasivo, non ha sortito i giusti risultati. Va comunque ricordato, che il trattamento di una epicondilite, può durare anche diverse sedute (anche 20-30 sedute possono essere necessarie a contrastare i casi cronici o molto resistenti).
Le tecniche chirurgiche più utilizzate sono:
denervazione dell’epicondilo (Kaplan, Wihelm)
escissione del tessuto patologico del tendine
disinserzione del tendine a raschiamento dell’epicondilo (hohmann) associato eventualmente a una sezione del legamento anulare
allungamento del secondo radiale
ablazione dello pseudomenisco o delle frange sinoviali
liberazione della branca posteriore del nervo radiale
disinserzione dei muscoli epicondilei.